5 novembre 2022
Marilena Lucente e Ciro Faraldo hanno presentato il libro di Attilio del Giudice e Massimiliano del Giudice “Story frame”, edito da Terre Blu nella collana “amoR letoH”: una raccolta di 50 micro racconti costruiti intorno ad altrettante immagini fotografiche.
I racconti, come le fotografie, sono frame, istantanee, immagini catturate da un occhio che osserva e a tratti registra, guidato dall’istinto o dalla volontà o dal caso; frammenti di vita che spesso sembrano non avere un inizio né una fine e sicuramente non un senso, ma che, tuttavia, ci riguardano e coinvolgono. Il progetto a quattro mani, del fotografo e dello scrittore (ma prima ancora filmmaker e artista visivo) nasce infatti su instagram e rispetta le regole di una comunicazione che ha dimora nell’era dei social e che può diventare, quando chi scrive e chi fotografa hanno la padronanze dei mezzi espressivi, un esempio di buona letteratura.
Gli autori:
Attilio del Giudice, Caserta 1935, è psicologo. Negli anni ’70 e ’80 milita attivamente nei gruppi d’avanguardia campani come pittore e filmmaker. Suoi filmati sono raccolti nell’archivio storico delle Arti Visive della Biennale di Venezia e sono stati oggetto di studi al DAMS di Bologna e presso la cattedra di cinematografia dell’Università di Trieste. L’esordio letterario avviene nel 1988 e da allora pubblica romanzi e racconti con Seri Brokers, Ripostes, Minimum Fax, Leconte, Gaffi, Caffèorchidea.
Massimiliano del Giudice, Caserta 1964, è geologo. Si occupa di fotografia antropologica con competenza e passione, utilizzando prevalentemente il bianco e nero. Questo volume rappresenta il suo esordio editoriale.
L’evento rientra nella rassegna “DERIVE. Festival sulla narrazione del contemporaneo e la trasversalità dei linguaggi”, cofinanziato dalla Regione Campania e patrocinato dal Ministero della Cultura, dalla Provincia e dal Comune di Caserta. Giunto alla sua sesta edizione, il festival scaturisce dalla ricerca che Terre Blu conduce da anni sulle produzioni artistiche e culturali, le discipline e le conoscenze che caratterizzano il mondo contemporaneo. Punto focale e mission della manifestazione sono la trasversalità e l’interazione tra i saperi. La stessa dizione “Derive” intende valorizzare ciò che resta apparentemente marginale alle tradizionali rappresentazioni, luogo di confine dai margini spesso indefiniti.