Senza trama

 400,00

di Pietro Lista
Terre Blu 2019
rilegato a mano, pagine 74, formato cm 22×44
tiratura:  n. 64 esemplari contrassegnati da numeri arabi

genere: arte contemporanea
ISBN: 978-88-99377-13-7

Descrizione

Stampato in soli 64 esemplari su carte pregiate e rilegato a mano, il volume si caratterizza come libro d’artista e oggetto da collezione che affianca al contenuto iconografico il piacere delle sensazioni materiche e della fattura artigianale.
“L’universo di Pietro Lista – scrive nel saggio di presentazione Luca Palermo, storico dell’arte contemporanea – è popolato di testimonianze di un mondo nel quale riecheggiano echi primordiali e riferimenti arcaici; percorre la sottile linea di confine che separa presenza e assenza, vita e morte, ricordo e attualità”.

 

Dietro la riproduzione sistematica di una rete di spago sezionata in 24 regioni, ciascuna delle quali riprodotta in scala 1 a 1, il volume suggerisce contenuti concettuali su vari livelli di interpretazione suggerendo, quasi a dimostrare un teorema, la stessa contraddizione rivelatrice: il nulla, la negazione, il gesto nichilista da un lato, la pienezza del tutto dall’altro: l’autore seziona l’opera e ne riproduce ogni parte con cura maniacale, come un serial killer farebbe con un corpo di donna. Fa a pezzi il proprio corpo e lo offre in dono ai lettori, come se stesse celebrando il sacrificio evangelico di morte e rinascita.

Pietro Lista nasce a Castiglione del Lago (Perugia) nel 1941. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Napoli formandosi con Emilio Notte, Giovanni Brancaccio, Vincenzo Ciardo, Mario Colucci. Nel corso degli anni Sessanta frequenta gli ambienti dell’avanguardia napoletana, dominata dalla figura di Luigi Castellano, e prende parte, insieme al Gruppo NA/6, ad una mostra presso la Galleria Numero di Firenze nel 1962; nel 1965 partecipa ad una collettiva presentata da Giulio Carlo Argan alla Galleria del “Cine Club” di Napoli. Nel 1968 è presente alla mostra di Amalfi Arte Povera + Azioni povere, a cura di Germano Celant; nello stesso anno costituisce il Gruppo Teatrale Artaud, dove, in sintonia con il teorico del Teatro della crudeltà, sperimenta la fisicità ritualizzata e codificata della danza come espressione fisica.
Nel 1970 apre la Galleria Taide a Salerno, fonda l’omonima casa editrice e rivista. Lo spazio espositivo è luogo di incontro e confronto tra i maggiori intellettuali salernitani dell’epoca, quali Alfonso Gatto, Filiberto Menna, Achille Bonito Oliva.
Del 1971 è la personale alla Galerie Bosquet di Parigi. Nel 1973 è invitato alla VIII Biennale di Parigi e nel 1975 alla X Quadriennale d’Arte di Roma. Nel 1983 con la presentazione di Renato Barilli, Maria Di Domenico e Filiberto Menna, tiene una personale alla Galleria Trans/Form di Parigi, e partecipa alla collettiva Pole Position alla Galerie K di Tokyo. Nel 1993 fonda a Paestum il MMMAC Museo dei Materiali Minimi d’Arte Contemporanea. Del 2000 è la mostra personale Interni, presentata da Gillo Dorfles, alla Galeria d’art 33 di Barcellona. Nel 2004 la Provincia di Salerno, in collaborazione con l’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Cava de’ Tirreni, gli ha dedicato un’ampia antologica, tenutasi al Convento di Santa Maria del Rifugio.
Nel 2011 è presente al Padiglione Italia alla 54ma Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia. Nel 2016 la personale “Contemporaneamente Museo” Hoc Opus Fecit, presso il Museo Archeologico Nazionale di Pontecagnano-Faiano (SA). Dal 2017 è in collezione permanente presso il Museo MADRE di Napoli.
Della sua attività espositiva hanno scritto Giulio Carlo Argan, Nanni Balestrini, Renato Barilli, Myrian Barrier, Sergio Benvenuto, Paolo Bonaiuto, Jean-Francois Bory, Germano Celant, Enrico Crispolti, Raffaele D’Andria, Laurence Debeque-Michel, Maria Di Domenico, Giorgio Di Genova, Gillo Dorfles, Rino Mele, Rubina Giorgi, Gerard Georges Lemaire, Annik Liot, Achille Bonito Oliva, IK Okamoto, Filiberto Menna, Nello Ponente, Maria Giovanna Sessa,  Antonello Tolve, Angelo Trimarco, Marcello Venturoli.