Descrizione
A distanza di molti anni Riccardo Dalisi ritorna su un tema che lo ha visto impegnato all’inizio della sua carriera professionale e didattica. La geometria generativa, teorizzata ed esplorata tra la fine degli anni ’60 e i primi anni ’70, nasceva come approccio alternativo e radicale al progetto di una scuola materna che in realtà non vene mai costruita, ma anche e soprattutto come elemento generatore disponibile a molteplici soluzioni. Quella esperienza infatti gli diede modo di realizzare oggetti di varia e diversa natura assieme agli abitanti del popolare Rione Traiano di Napoli, ai bambini e agli studenti del suo corso di Architettura, facendo della geometria generativa un punto di cerniera tra architettura, artigianato, animazione, design e arti visive, e connotando da allora la sua produzione intellettuale ed artistica.
Quarant’anni dopo ha dedicato a quell’argomento 40 tavole tracciate a mano, in parte riciclando il retro di esercitazioni scolastiche, in alcuni casi addirittura riutilizzando quegli stessi componimenti come base di una nuova narrazione nella quale testi annotazioni e disegni si fondono assieme per dare vita a un linguaggio unitario.
L’edizione di cui fa parte questo esemplare è caratterizzata da una copertina realizzata con tela pittorica dipinta dall’artista con colori acrilici, cm 24,5×34 chiuso, cm 54×34 aperto.
Quarta di copertina
Riccardo Dalisi. (Potenza 1931 – Napoli 2022). Fino al 2007 ha ricoperto la cattedra di Progettazione Architettonica presso l’Università Federico II di Napoli.
Negli anni Settanta, assieme a Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Andrea Branzi e altri, è stato tra i fondatori della Global Tools, contro-scuola di architettura e design che riuniva i gruppi e le persone che in Italia coprivano l’area più avanzata della cosiddetta “architettura radicale” intorno alle riviste “Casabella” e “Spazio e società”. Le opere nate in quegli anni fanno oggi parte delle collezioni permanenti del Centre Pompidou di Parigi, del Frac Centre di Orléans e del museo Madre di Napoli.
Da sempre impegnato nel sociale, resta fondamentale l’esperienza del lavoro di quartiere con i bambini del Rione Traiano, con gli anziani della Casa del Popolo di Ponticelli negli anni ’70. Nella sua ricerca espressiva, che spazia nel mitico, nell’arcaico, nel sacro, i materiali poveri (ferro, rame, ottone) sono impiegati con amorevole manualità artigiana.
Nel 1981 e nel 2014 ha vinto il premio Compasso d’Oro, la prima volta per la ricerca sulla caffettiera napoletana, la seconda volta per il suo impegno nel sociale. Nel 2009, ha presentato, in collaborazione con la Triennale di Milano e la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, la prima edizione del Premio Compasso di Latta, iniziativa per una nuova ricerca nel campo del design nel segno del sostegno umano, della eco-compatibilità e della decrescita.
Mostre dedicate alla sua attività di architetto, di designer, di scultore e di pittore sono state allestite alla Biennale di Venezia, alla Triennale di Milano, al Museo di Denver, al MoMA di New York, alla Biennale di Chicago, al Museo di Copenaghen, al Museo di Arte Contemporanea di Salonicco, al Museo di Düsseldorf, alla Fondazione Cartier di Parigi, alla Pasinger Fabrik di Monaco, al Tabakmuseum di Vienna, alla Zitadelle Spandau di Berlino, a Palazzo Reale di Napoli, a Palazzo Pitti a Firenze, alla Basilica Palladiana di Vicenza, alla Galleria di Lucio Amelio Napoli, al Castel dell’Ovo di Napoli, al Chiostro monumentale di Santa Chiara a Napoli, alla Reggia di Caserta.